Una questione che mi sta molto a cuore, e che sto cercando di approfondire, è quella della creazione di contenuti “user centered“, contenuti che mettano le persone al centro.
Quando si scrive bisogna farlo pensando alle persone destinatarie del messaggio. Se non ci mettiamo nei panni di chi ci leggerà, mancherà un requisito fondamentale per fare bene il nostro lavoro.
Quando si progettano contenuti, bisogna mettere al centro i bisogni e le caratteristiche di chi ci leggerà, solo così si potrà confezionare un argomento di qualità.
Per raggiungere questo obiettivo, bisogna lavorare molto sulla scelta delle parole per adottare un linguaggio che sia il più onesto e inclusivo possibile.
Nella creazione dei nostri contenuti dobbiamo tenere conto che chi ci leggerà può non conoscere l’argomento o può non avere una scolarizzazione elevata.
Per questo motivo dobbiamo scegliere parole chiare, semplici e inclusive.
Dobbiamo scrivere pensando alle persone che si trovano dall’altra parte dello schermo. Tutte le persone devono avere la possibilità di leggere e comprendere con facilità ciò che abbiamo scritto senza sentirsi escluse o frustrate.
Ognuno di noi vive di emozioni e queste si manifestano anche mentre navighiamo su un sito internet, ci iscriviamo a una newsletter o compiliamo una pratica burocratica.
Nella progettazione di contenuti dobbiamo tenere conto di queste emozioni, dobbiamo guidare la persona che ci legge, anticipando le sue sensazioni e rassicurandola.
Solo in questo modo la sua esperienza sarà fluida e senza problemi. Questo significa creare contenuti di valore con le persone al centro.
Le parole possono alzare barriere, per questo motivo è importante saperle scegliere con cura.
La nostra lingua è meravigliosa ma si porta ancora dietro un costante uso del maschile, del burocratese e di molti altri termini che escludono.
Semplificare permette di raggiungere più persone e questo rappresenta valore.
La buona scrittura parte dall’accoglienza e dall’inclusione.
Un buon libro che parla proprio di questo argomento è “Emotion driven design” di Valentina Di Michele e Andrea Fiacchi. Questo libro, ricco di spunti ed esempi concreti è una vera fonte di ispirazione per chi lavora con le parole.